Parlare di code in seta oggi fa pensare a quei racconti di pesca alla trota di un tempo, lunghi volteggi, fiumi silenziosi, natura selvaggia, insomma bei tempi passati che talvolta è piacevole ricordare. Ora però torniamo al presente, perché voglio parlarvi delle moderne code in seta. Il metodo costruttivo non ha subito grosse variazioni rispetto al passato, ma i profili sono evoluti e adattati alle canne di oggi, tanto da poter strappare il primato alle code in PVC. In passato ho pescato molto con le sete classiche e ne ho sempre apprezzato le qualità. La scorsa stagione ho avuto finalmente la possibilità di testare alcuni modelli di nuova concezione. Ho potuto farlo prima che venissero introdotti sul mercato italiano e ho scritto diversi report. Ho avuto modo di capire e di conseguenza testimoniare che è stato fatto un notevole salto qualitativo.
Perché pescare con la coda in seta? Solitamente chi la utilizza per la prima volta avverte immediatamente una maggiore scorrevolezza rispetto al PVC e la canna si carica con maggiore facilità. La morbidezza tipica del materiale permette di adagiare delicatamente la coda sull’acqua. Si adatta con maggiore facilità alle correnti contrastando così il dragaggio. Inoltre, il diametro ridotto permette di tagliare meglio il vento e di realizzare pose molto delicate. Direi che non è male!
Au Ver a Soie è una azienda che ha alle spalle quasi duecento anni di storia. Nasce nel 1820 come fornitore di filati in seta pura per l'alta moda parigina, affermandosi come produttore di eccellenza, in grado di assicurare la migliore qualità alle grandi firme francesi del secolo scorso. Fin dall'inizio avevano affiancato anche la produzione di code in seta per la pesca con la mosca, poi abbandonata con l'avvento dei materiali sintetici, e infine di nuovo ripresa con il proprietario di ultima generazione Marc Boucher. Negli ultimi anni l'azienda si avvale anche della competenza tecnica di Michel Rigault, già consulente della prestigiosa Pezon et Michel.
Ho personalmente preparato per l'uso il Pêche à Soie Silk Line DTR Double Taper, realizzando due piccoli loop alle estremità, con ago e filo. Si tratta di una coda doppio fuso di 30 metri disponibile ora in due modelli, la cui peculiarità è quella di poter essere utilizzata con canne di potenza 3, 4, 5, 6. Avete letto bene, una coda che mi ha permesso di utilizzare tutte le canne in mio possesso. Questo è quello che intendevo quando ho parlato di profili innovativi.
Ovviamente provato e possiedo altre code in seta prodotte di Au Ver à Soie con i classici profiliPêche à Soie Silk Line DT , Pêche à Soie Coda Seta ST e Pêche à Soie Silk Line WF,
ma ne parlerò un’altra volta. A questo punto so già cosa vi state domandando, perché mi viene chiesto in continuazione da chi è curioso di provarle. E la manutenzione? Va bene solo per le canne in bamboo? Si pesca solo a mosca secca? Un minimo di manutenzione va certamente eseguito. Si tratta semplicemente di srotolare la parte di coda utilizzata al termine di una giornata di pesca e di lasciarla asciugare per almeno due ore. A volte la lascio asciugare anche una intera giornata e la riavvolgo sul mulinello quando mi ricordo. Poi, ogni tanto, diciamo ogni tre o quattro uscite di pesca, al momento di riavvolgerla la lubrifico con un leggerissimo velo del grasso fornito in dotazione.
La coda in seta e’ utilizzabile con canne moderne fabbricate in qualunque tipo di materiale, permette a qualunque attrezzo di ottenere il meglio delle sue prestazioni. E le tecniche? Io utilizzo la mosca secca e amo moltissimo pescare con la mosca sommersa, in caso di necessità mi adatto alle situazioni che incontro. Il mio suggerimento è quello di provarne una, magari in abbinamento alla vostra canna preferita, che conoscete bene. Sono certo che avrete piacevoli sorprese. Per qualunque domanda, approfondimento o curiosità non esitate a cercarmi sulla mia pagina Facebook Stefano Ferri Bamboo Rods o sul mio profilo Instagram Stefano Ferri Bamboo Fly Rods, mi farete contento.