Quando iniziammo a costruire le mosche per i primi tre volumi dell’opera William Blacker, ci imbattemmo subito in un groviglio di problemi legati alle sete di montaggio e ai filati, principalmente perché Alberto Calzolari avrebbe costruito tutte le mosche in mano, senza ausilio di morsetti. Quelli di voi che hanno letto la trilogia sapranno che abbiamo cercato di rendere tutto il più autentico possibile, fino a farci creare una selezione speciale di ami dal rinomato Ronn Lucas semplicemente perché non si era riusciti a trovare alternative che sembrassero giuste. Ciò non significa che pensiamo che le mosche di Blacker siano sbagliate se sono costruite su altri tipi di amo, ma solo che volevamo realizzare le nostre mosche il più vicino possibile alle mosche reali che erano state inserite nelle copie dell'edizione del 1843 del libro di Blacker. Ed è qui che entra in gioco la realizzazione delle mosche in mano: le istruzioni di Blacker hanno veramente senso solo se non stai usando un morsetto e costruisci come faceva lui. E anche in questo modo non sono sempre facili, segno che Blacker era veramente un costruttore sofisticato.
La soluzione ideale per le mosche da salmone classiche è costruirle con fili e floss vintage della Pearsall, ma il grosso problema dal nostro punto di vista era che questa marca non era in circolazione ai tempi di Blacker. Le più antiche sete Pearsall disponibili per la legatura delle mosche da pesca risalgono al 1881, bobine di quell’epoca sono ovviamente introvabili e, a meno che i campioni siano stati tenuti al buio, di solito sono sbiaditi e molto fragili. Stessa cosa per le bobine più recenti, considerato che Pearsall non produce più da tempo. Abbinare il marchio che Blacker usava era impossibile, perché non aveva mai menzionato cosa fosse, e in ogni caso avrebbe probabilmente acquistato forniture da mercanti non specializzati, perché non c'erano alternative. Abbiamo incluso un'illustrazione di alcune sete floss di un libro del 1850, in questo modo potete farvi un'idea del tipo di materiale con cui erano abituati a lavorare i costruttori del tempo.
Il problema di fondo quindi è che procurarsi adeguate forniture di bobine di buona qualità di vecchie sete è dura, richiede tempo e può essere molto costoso, quindi l'alternativa di utilizzare sete moderne diventa attraente. Ciò solleva un nuovo problema, che corrisponde al colore. Qui, non abbiamo avuto altra scelta che scendere a compromessi, perché Blacker sembra aver usato sfumature leggermente diverse di ogni colore nel corso degli anni, il che molto probabilmente è dovuto al fatto che era solito tingere lui stesso le sue sete. Provammo diversi tipi di tonalità e sperimentammo diversi tipi di floss di fabbricazione giapponese, ma Alberto scoprì che legare in mano con queste sete era un incubo: le sete floss giapponesi funzionano bene per le mosche moderne, ma sono troppo delicate per costruire mosche nella maniera classica, e non tutte vanno d’accordo con la cera. La cera era un altro dei punti importanti, dovevamo elaborare una ricetta e crearne alcune noi stessi per ottenere una consistenza che funzionasse abbastanza bene per legare in mano. In qualche modo, il matrimonio di Alberto è sopravvissuto a quegli esperimenti.
Quindi eravamo bloccati. Procurarsi campioni di seta noti fino agli anni 1840 e 1850 era un incubo e le sete e i fili di seta moderni, sebbene offrissero un'eccellente gamma di colori, non andavano molto d’accordo con le mosche costruite in mano, in altre parole, senza un morsetto. Il mio ricordo costante della ricerca fatta per la trilogia su Blacker è che dovevamo sempre confrontarci con problemi che nessuno aveva mai dovuto prendere in considerazione prima, come il modo di trattare gli ami come faceva Phillips, o la ricerca delle sete giuste. Per non parlare dei problemi di trovare e tingere la famosa pig’s wool, la lana di maiale. Non potrete comprendere la cosa fino a che non avrete avuto a che fare con un cinghiale di 200 kg (questi erano quelli piccoli).
Alla fine, Alberto trovò due prodotti che funzionavano egregiamente e che potevano essere acquistati in una gamma abbastanza ampia di colori per gestire qualunque mosca da salmone classica. Il primo era un filo da costruzione in seta pura che commercializza oggi con il marchio Ephemera , che ha lo stesso diametro dei fili del 1850 e si comporta in modo molto simile. Il prodotto è il risultato della collaborazione con una società francese chiamata Au Ver a Soie, letteralmente, il baco da seta, fondata 200 anni fa quest'anno e gestita oggi da Marc Boucher, discendente del fondatore. Potete costruire con questo Ephemera Pure Silk Thread come avrebbe fatto Blacker senza preoccuparvi che rompa o tagli qualcosa. Ed è pure molto flessibile. La cosa migliore di questa seta è che si sposa molto bene con le cere di vecchio tipo, cambiando prevedibilmente colore a seconda della tonalità. Inoltre ha l'ulteriore vantaggio di assorbire la cera molto bene in modo da poter fissare bene i materiali sulla mosca e permettendo di appoggiare la mosca tra un passaggio e l’altro senza pericolo che il tutto si disfi.
Per le sete floss provammo diverse alternative ma nessuna era abbastanza buona come quella che abbiamo infine scelto. Il prodotto che abbiamo utilizzato per le mosche di Blacker del libro è disponibile sullo shop al 54 Dean Street di Alberto come Pura Seta Floss Ovale
e lo abbiamo trovato nel catalogo di Au Ver a Soie. E’ con questo prodotto che è iniziata la sua collaborazione con Marc Boucher. La cosa migliore delle sete floss Ovale dal nostro punto di vista era che poteva essere facilmente divisa per creare tag o piccoli corpi e che resisteva molto bene alle dita coperte di cera, problema comune quando si costruisce in mano. Se leghi usando un morsetto non è un problema ritrovarsi un po’ di cera sulle dita ma nel momento in cui inizi a costruire in mano, usando una cera morbida, ti chiederai come fai a ritrovarla dappertutto. L'altro aspetto di Pura Seta Floss Ovale è che è molto forte e, a meno che non vi mettiate a tirare come matti, non si romperà.
Parte di questi dettagli li troverete nel volume IV di Blacker al quale stiamo lavorando, ma per il momento il blog di 54 Dean Street sembra essere il posto giusto per pubblicare le informazioni per tutte le persone che hanno chiesto dettagli su come abbiamo legato le mosche della Trilogia. Non ci sono moltissime persone al mondo che legano tutte le loro mosche da salmone in mano, quindi Alberto è una buona scommessa se vuoi sapere quali prodotti funzionano e come evitare tutti quegli ostacoli che abbiamo trovato di fronte a noi nella ricerca della trilogia di William Blacker.